Breve corso di Tarocchi a dispense #1

Dopo un periodo di assenza e allontanamento dai Tarocchi, ho deciso di infondere nuova energia all’attività di questo blog per offrire, gratuitamente, a chi è interessato, un sintetico e semplice corso su quello che, negli anni di pratica e studio, ho appreso e capito dei Tarocchi. Non ho la pretesa di diffondere un insegnamento “nuovo”, strutturato e definito, sugli Arcani, per quello esistono già rinomate e famose scuole, ma piuttosto di condividere riflessioni e intuizioni, derivate anche e soprattutto dalla mia frequentazione delle suddette scuole, oltre che da letture e approfondimenti personali, che possano fare un po’ di chiarezza a chi è interessato a questo affascinante e sorprendente mondo.

I mazzi di Tarocchi non sono tutti uguali!

Chi acquista un mazzo di Tarocchi avrà tra le mani 78 carte, più precisamente 22 Arcani Maggiori, da Le Mat a Le Monde, che sono i tarocchi “per eccellenza”, quelli più famosi e caratterizzanti, e 56 Arcani Minori, abbastanza evidentemente riconducibili invece a comuni carte da gioco: 4 semi (Denari, Coppe, Bastoni e Spade) composti da 10 carte numerali dall’Asso al Dieci e quattro Carte di Corte o Onori (Paggio, Regina, Re e Cavaliere). Sempre il nostro amico acquirente, se non già precedentemente istruito, si troverà in imbarazzo a scegliere tra i tanti mazzi in commercio, dai più stravaganti (dei Gatti, dello Yoga, degli Angeli, del Kamasutra, dei Supereroi, e chissà cos’altro…) a quelli artistici, spesso frutto del lavoro di famosi pittori, a quelli con un più profondo significato esoterico e iniziatico. Se riflettiamo sul fatto che i Tarocchi si esprimono attraverso un linguaggio visivo simbolico, ossia attraverso la combinazione dei disegni (ogni particolare è importante e potenzialmente vettore di un messaggio), dei colori e persino dei numeri e nomi presenti su ciascuna carta, diventa evidente che un mazzo non è uguale all’altro perché gli elementi presenti in ciascuno possono essere anche molto differenti. Rendersi conto che l’aspetto grafico è la base di tutto è fondamentale, altrimenti paradossalmente potremmo prendere 22 pezzetti di carta, scriverci semplicemente sopra il numero dell’Arcano e in base al meccanico schema “arcano= una o più generiche parole chiave” fare le nostre letture. Ma questa cosa è svilente e totalmente fuorviante: perché relega l’uso dei tarocchi al solo ambito della cartomanzia/divinazione (vedremo che in realtà il “sistema” Tarocchi è uno strutturato insegnamento filosofico ed esoterico) e perché ridurre una carta e ipotetiche parole chiave o significati vuol dire considerare solamente un aspetto, e neanche il più importante, mi viene da dire, di queste misteriose e affascinanti icone. Il più antico mazzo conosciuto (ma anche il primo creato? Molto poco probabile!) è cosiddetto “Visconti-Sforza”, un prodotto di ambiente cortigiano italiano di metà Quattrocento: eleganti carte riccamente miniate con bei colori, rosso, oro ecc e già molti degli elementi caratterizzanti i futuri Tarocchi.

Visconti Sforza

Entriamo più nel merito del discorso con i mazzi creati da famosi studiosi ed esoteristi a partire dal Settecento in poi: da questo momento infatti gli Arcani, prima considerati poco più che un passatempo o un gioco, cominciano ad essere visti come veicoli di un sapere occulto e iniziatico più profondo, con infiniti agganci a forme di sapere tradizionali: religiosità egizia, cabala ebraica, astrologia, rosacroce, massoneria, mitologia, religiosità cristiana a e via dicendo. E’ vero certamente che gli Arcani rappresentano un insegnamento sincretico e trasversale, che porta in sé elementi di dottrine anche distanti nel tempo e nello spazio, però nessuna di queste dottrine li caratterizza in toto e li definisce: i Tarocchi sono i Tarocchi, e come tali vanno studiati! E così in particolare l’Otto e il Novecento vedono alcuni celebri studiosi dare la propria versione del mazzo, tra i quali vale senz’altro la pena di citare Oswald Wirth, autore di un fondamentale trattato sull’argomento, il celebre occultista Aleister Crowley, creatore di un tipo di Tarocco oscuro e a mio parere, piuttosto inquietante, e Arthur Waite, il cui mazzo è senz’altro tra i più celebri e diffusi.

Wirth
Crowley

Proprio quest’ultimo, con i suoi eleganti disegni in stile liberty, è un palese esempio di quanto profonda e anche fuorviante, per certi versi, possa essere la rielaborazione degli Arcani per mano di un esperto: i suoi Tarocchi sono infatti il prodotto del suo personale pensiero e dei suoi studi, con buona pace della tradizione. Scambia tra loro gli Arcani (Giustizia e Forza, più precisamente), cambia i nomi, modifica pesantemente i simboli delle carte, “esplicita” la simbologia tradizionale che altrove era occulta,

Il Mago Rider Waite
La Forza Rider Waite
La Giustizia Rider Waite

in particolare rendendo “parlanti” gli Arcani Minori, che da carte composte da semi e numeri, diventano delle scene e situazioni anche visivamente affascinanti, ma davvero troppo indirizzate nel senso che l’autore ha voluto dargli.

Esempi di Arcani Minori Rider Waite

continua….

(per info su letture e richieste di informazioni varie, scrivete a max.arcanonove@gmail.com

Le frasi dei Tarocchi #2

Leggere i Tarocchi significa appunto formulare, con l’ausilio delle immagini degli Arcani, delle parole chiave e dei simboli in essi contenuti, delle frasi di senso compiuto. Oggi:

“Gestire (La Force) un percorso (Le Mat) di studi (La Papesse)”

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La frase del 25/09/2022

Leggere i Tarocchi significa appunto formulare, con l’ausilio delle immagini degli Arcani, delle parole chiave e dei simboli in essi contenuti, delle frasi di senso compiuto.

La frase di oggi, tra le tante possibili in assenza di domanda:

“Essere sospeso/indeciso (Le Pendu) tra ragione (La Justice) ed intuizione/emozione (La Lune)”

Per informazioni o richieste, contatta: max.arcanonove@gmail.com

Gli Arcani Minori (molto!) in breve…

Il mazzo di Tarocchi di Marsiglia è composto da 78 carte, esattamente 22 Arcani Maggiori e 56 Minori: la tendenza degli studi più attuali è di considerarli un insieme unitario, in realtà questo non è affatto certo e il dubbio in fondo è collegato al fondamentale “mistero” su da chi e quando i Tarocchi siano stati davvero creati. La maggior parte delle persone probabilmente sarebbe in grado di dire qualcosa, anche di approssimativo, a proposito degli Arcani Maggiori (ad esempio, “carte che servono a prevedere il futuro”), non così per i Minori, sconosciuti ai più e oggetto misterioso e noto principalmente agli specialisti. Si tratta di 56 carte assai affini ai comuni mazzi da gioco che tutti conoscono, che è quindi meno agevole accostare a significati e usi esoterici. Quattro semi, denari, coppe, bastoni e spade, 10 carte numerali, dall’Asso al Dieci, e 4 “onori”, o carte di corte: fante, regina, re e cavaliere. Il quattro, come si vede, è un numero significativo e ricorrente, e ci fornisce infatti l’indizio principale sulla vera natura degli Arcani Minori: esso è collegato al quadrato e dunque al mondo terrestre, materiale, laddove i Maggiori sono organizzati e strutturati in base ai numeri “sacri” e “celesti” del tre e sette. Ecco perché, coerentemente all’impostazione dualistica che permea il Tarot, possiamo parlare di Arcani Maggiori come componente celeste, sovrumana e di Arcani Minori come componente terrestre e materiale del “sistema Tarocchi”. La tradizionale concezione del mondo fisco come composto da quattro elementi fondamentali, terra, acqua fuoco e aria si riflette nei semi dei Minori: i denari sono la terra, le coppe l’acqua, i bastoni il fuoco e le spade l’aria. In base al noto principio alchemico e iniziatico del “come in alto così in basso”, gli stessi quattro elementi che troviamo nel “macrocosmo” (il Creato) li ritroviamo nel “microcosmo”, ossia nell’essere umano: così i denari, la terra, corrispondono al corpo fisico, le coppe, l’acqua, a quello emozionale, i bastoni, il fuoco, al corpo energetico, le spade, l’aria, al corpo mentale. Molte altre corrispondenze sono state trovate per gli Arcani Minori: le caste nelle quali erano divise le società antiche, le parti del corpo umano, i punti cardinali ecc ecc. Tutti spunti interessanti, a volte un po’ ridondanti: ho l’impressione che gli esperti tendano all’accumulo di nozioni, per scopi anche (legittimamente, per carità) commerciali… Le applicazioni pratiche dei Minori in una lettura sono varie e non semplici, a dirla tutta. Personalmente non riuscirei mai, lo ammetto, a basare un consulto solamente su questi. Mi sembra più corretto e coerente allo spirito dei Tarocchi l’uso che se ne fa per integrare l’interpretazione dei Maggiori nel senso, appunto, della materialità. Mi spiego: una volta esaurita la stesa consueta, se riguardo a un particolare Arcano Maggiore il tarologo e il consultante avvertono l’esigenza di esaminarlo nelle implicazioni più “terrene” e quotidiane, allora si può estrarre un corrispondente Minore che fornirà sicuramente spunti di riflessione interessanti e utili.

Una cosa fondamentale da capire è che in realtà gli Arcani Minori come simboli sono presenti, in maniera più o meno evidente, nei Maggiori, e dunque, a prescindere dal loro uso diretto in una lettura, individuarli è una parte fondamentale di una corretta interpretazione del messaggio. Sto preparando un post nel quale parlerò degli elementi degli Arcani Minori presenti nel 22 Maggiori, a partire dai casi eclatanti di Batelaur e Le Monde.
Per info e letture: max.arcanonove@gmail.com