Jodorowsky: un’azione per ogni Arcano Maggiore

Immagino che la maggior parte delle persone che si sono interessate in modo non superficiale ai Tarocchi abbia letto, anche solo in parte, “La via dei Tarocchi” di Alejandro Jodorowski e Marianne Costa. Si può dire di tutto, ma resta un testo fondamentale per quello che riguarda la storia, la teoria e una visione ampia e illuminata del mondo degli Arcani: io lo lessi per la prima volta anni fa e da allora è il testo sul quale ritorno più spesso, trovandoci sempre nuovi interessanti spunti di riflessione. Un esempio; tralasciando per una volta la sua proverbiale loquacità, Jodorowski, introducendo il tema della lettura delle carte, ha abilmente sintetizzato in una parola una singola azione da associare a ciascun Arcano Maggiore. E così ecco che Il Matto potrebbe “viaggiare”; Bateleur “mostrare”; Papessa “leggere”; l’Imperatrice “sedurre”; l’Imperatore “comandare”; Il Papa “insegnare”; l’Innamorato “scambiare”; Il Carro “conquistare”; Giustizia “riequilibrare”; L’Eremita “illuminare”; La Ruota di Fortuna “comprendere; La Forza “dominare”; L’Appeso “trattenere”; L’Arcano XIII “eliminare”; Temperanza “calmare”; Il Diavolo “tentare”; Casa Dio “festeggiare”; La Stella “dare”; La Luna “immaginare”; Il Sole “creare”; Il Giudizio “rivivere”; Il Mondo “trionfare”. Ovviamente si tratta solo di una delle tante parole chiave da associare alla singola carta, ma può essere un buon punto di partenza da tenere a mente durante un consulto. Per informazioni sulle letture, domande e curiosità sui Tarocchi, scrivete a max.arcanonove@gmail.com.

La Ruota di Fortuna

Una carta che amo particolarmente è la Ruota di Fortuna. Ne esistono, come per tutti gli Arcani, infinite versioni, a partire da quelle dei mazzi storici (Rider Waite, Crowley, Wirth…) fino alle più particolari: Tarocchi dei gatti, delle Streghe, Yoga, provocanti e così via (qualche esempio qui sotto).

I significati più comuni associati alla Ruota sono: gli alti e bassi del destino, cambiamento, gestione della propria realtà, blocco da superare, viaggio per mare… Jodorowski parla di chiusura di un vecchio o apertura di un nuovo ciclo a seconda della posizione nel tiraggio. E’ anche una rappresentazione del Tarocco stesso, inteso come macchina metafisica o arte mantica. Ovviamente la mia versione di riferimento è quella dei Tarocchi di Marsiglia, che ha un particolare rivelatore:

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la manovella che fa girare la ruota “esce” dall’immagine; possiamo aggiungere una carta sulla destra per capire quale energia o fattore sia in grado di rimettere il movimento il meccanismo i il destino (nella successione dei Maggiori, infatti, la carta successiva è la Forza). Per una panoramica completa sulla Ruota di Fortuna potete fare riferimento al sito della Scuola TDM al link qui sotto

https://www.tarocchi.blog/significato-tarocchi-la-ruota-di-fortuna/?wpam_id=35

Per informazioni sulle letture, contattatemi all’indirizzo e.mail: max.arcanonove@gmail.com

 

 

Cosa “SI può/NON si può chiedere” in un consulto di Tarocchi

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Partendo da ciò che non si può chiedere, nella maniera più assoluta non si possono accettare domande sulla salute. Per fortuna capita raramente ma, nel caso, ho sempre risposto di rivolgersi a un medico, a un professionista qualificato e affidabile. E’ ovvio che durante un consulto, per una specifica situazione, possano venire fuori “suggerimenti” come valutare di intraprendere un percorso di analisi, di affidarsi a una pratica di meditazione tipo yoga o altro, ma vanno intesi come spunti che il dialogo col Tarocco offre, mai l’argomento centrale della domanda. C’è poi il delicato argomento dell’approccio “divinatorio” alla lettura, il più difficile da affrontare, perché la stragrande maggioranza dei consultanti, anche a ragione, si aspetta una “predizione” (succederà un tal cosa? Come andrà a finire quest’altra?). Può sembrare strano per un appassionato di Tarocchi, ma io non credo alla divinazione, nel senso che il destino non è mai già scritto, ma è il risultato di una serie di circostanze che dipendono, per buona parte, dalle nostre scelte. Ecco perché andrebbero evitate domande come “lui/lei mi richiamerà?”, “venderò la casa di famiglia?”, “troverò un lavoro?”…

La vera efficacia di una sessione di Tarologia (non Cartomanzia, appunto…) si dimostra nel momento nel quale siamo di fronte a una scelta da compiere, un nodo da sciogliere, uno stallo che dobbiamo superare. Le domande precedenti potrebbero essere riformulate così: “è giusto attendere che lui/lei si faccia sentire?, “è una scelta corretta – è il momento giusto per – mettere in vendita la casa di famiglia?”, “cosa posso fare per trovare un lavoro?”. Ecco che, anche attraverso il mostrare le prospettive “future” connesse a tali questioni, il Tarocco può aiutarci a compiere la scelta migliore (se nessun Arcano, ad esempio, mostrerà una casa in una domanda su una vendita o un acquisto di un immobile, probabilmente significa che non è il momento giusto per procedere). Infine, tornando al famoso “lui/lei mi richiamerà”, o all’alternativo “mi pensa/cosa pensa di me?”, cerchiamo sempre di fare domande che abbiano il consultante al centro della questione, non i pensieri o le azioni di un’altra persona con la quale è impossibile interagire durante la lettura. Per chi fosse interessato a questo genere di approccio, nei prossimi giorni mi dedicherò a un numero limitato di consulti gratuiti solo per iscritto: inviate all’indirizzo max.arcanonove@gmail.com” una mail sufficientemente dettagliata con la vostra domanda e tutte le spiegazioni che ritenete necessarie e, abbiate solo un po’ di pazienza, vi risponderò. Max

E’ “giusto” farsi pagare per leggere i Tarocchi?

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Cari consultanti, mi pongo questa domanda da quando ho cominciato a studiare e poi a praticare i Tarocchi e continuo a farlo anche ora che già da diverso tempo sono passato dai consulti gratuiti a quelli a pagamento. Si, credo che un compenso sia dovuto, per le ragioni che spiegherò. Come dicevo, per anni ho fatto letture in modo assolutamente gratuito, sia sul sito, ora chiuso, dell’Accademia dei Tarocchi, che autonomamente tramite le varie pagine FB e blog che ho aperto nel tempo: in tale periodo di apprendistato ritenevo infatti che il mio guadagno, nel fare questi consulti, fosse in termini di esperienza e di pratica; i consultanti erano in qualche maniera “compagni di viaggio” in questo percorso iniziale e ciò che ne ricavavo era infinitamente più prezioso di qualsiasi contropartita economica. Terminata questa fase, pur se ben lontano dall’avere concluso il mio cammino di conoscenza (tutt’altro), ho cominciato a domandarmi se chiedere o meno dei soldi per le letture, non essendo questo, comunque, il mio lavoro: non giudico chi dei Tarocchi o di altre pratiche “magiche” ne ha fatto una professione, come in qualsiasi campo esistono ciarlatani e persone serie e che credono in ciò che fanno, ma questa non sarà mai la mia fonte di guadagno. Non è neanche una questione del tipo “è giusto essere ripagati del tempo e dell’impegno profuso nelle letture”: potrebbe essere un “hobby” come altri, un interesse al quale dedicarsi con passione e impegno e ciò non richiederebbe in sé alcuna ricompensa (quante attività svolgiamo per amore, volontariato, interesse solo per noi stessi e non per soldi?). Il discorso è più sottile e riguarda la “parità” che va stabilita tra tarologo e consultante; potremmo definirlo una sorta di “scambio energetico”: l’impegno e la serietà, per una buona sessione di Tarocchi, sono necessari tanto da parte di chi legge che di chi chiede. Offrire la possibilità di letture gratuite mi sono accorto che a volte (non sempre, certo, per fortuna) non “responsabilizza” sufficientemente il consultante: “è gratis, non ho di meglio da fare in questo momento, ci provo…”; magari con domande futili, o ripetute sempre uguali più volte, o non sufficientemente sentite. Il Tarot, se ci crediamo, è uno strumento incredibilmente potente e sofisticato, che sfida la comprensione eppure funziona, creato nei tempi antichi da una saggezza e capacità assai più evoluta della nostra: è giusto svilirlo con un uso distratto, superficiale e poco consapevole? Ecco perché credo sia giusto richiedere un compenso, magari poco più che simbolico, come onestamente credo di fare io, per i consulti; non arricchisce me e non impoverisce chi fa la domanda, ma agendo in qualche maniera da “filtro”, stabilisce un sorta di limite tra che il richiedente occasionale e chi è realmente interessato a ricevere l’aiuto dei Tarocchi e così facendo bilancia le energie di consultante e tarologo.

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max.arcanonove@gmail.com.