Vuoi provare una lettura di Tarocchi online? Scrivimi all’indirizzo e.mail max.arcanonove@gmail.com e esponimi brevemente l’argomento del consulto, valuteremo quale tipo di lettura si adatta di più alle tue esigenze e prenderemo un appuntamento: al telefono o in videochiamata, come preferisci, Ti assicuro la massima serietà e un prezzo assolutamente modico,
In sintesi, Le Monde, la carta numero 21 del Tarot, rappresenta il punto di arrivo del percorso che si snoda attraverso gli Arcani Maggiori e, allo stesso tempo, la porta per una nuova dimensione di consapevolezza. L’ho già descritta in passato, qui ribadisco solamente che è composta da una figura femminile centrale e da quattro elementi, ai quattro angoli, secondo lo schema della “mandorla” presente in molte chiese e cattedrali
Per quello che ci interessa, potremmo identificare la donna al centro come la quintessenza degli Arcani Maggiori e le quattro figure agli angoli come la personificazione degli Arcani Minori; Toro=terra (corpo fisico), Leone=fuoco (corpo energetico), Angelo=acqua (corpo emozionale), Aquila=aria (corpo mentale). Jodoroswki propone un’interessante lettura basata su questo schema. Si estrae un Maggiore al centro e quattro Minori agli angoli e così facendo si può tentare una sorta di “check up” tarologico: non si risponde a una domanda, ma si fotografa lo stato del consultante a un livello più generale (l’Arcano Maggiore al centro) e a uno più particolare rispetto a corpo, energia, cuore e testa (i quattro Minori agli angoli). Chi ha tempo e voglia può scrivermi all’indirizzo max.arcanonove@gmail.com indicandomi un numero da 0 a 22 per la carta al centro e, rispettivamente, quattro volte un numero da 1 a 14 per le carte angolari. Non vi prometto un tempo di risposta immediato, ma, appena possibile, una mail con la sintetica spiegazione di questo check up.
Qual è la grande differenza tra i Tarocchi di Marsiglia e quelli citati, tra i tanti esempi possibili, nel precedente capitolo? Che quei mazzi erano tutti riconducibili a un autore preciso e, di conseguenza, a una ben determinata corrente esoterica o iniziatica, mentre i i Tarocchi marsigliesi, o Tarot, come li chiameremo da adesso in avanti, sono a tutti gli effetti un’opera collettiva, anonima, il prodotto di un pensiero storico e filosofico reale ma non collegabile a un’origine o un autore certi. Tanti stampatori distribuiti nel tempo e in un territorio più o meno vasto, ma che hanno in comune una simbologia e disegni indubitabilmente caratterizzati da una base coerente e unitaria, tanto da far pensare a una sorta di corporazione dedita a diffondere, attraverso un prodotto commerciale come le carte, un insegnamento iniziatico preciso. Ovviamente confrontando i vari mazzi rientranti nella tradizione marsigliese, ciascuno troverà particolari e differenze che li distinguono, ma è evidente come, per esempio, le Pape del Tarot, di qualsiasi mazzo, non è quello di Rider Waite, o Crowley o Wirth, e lo stesso si può dire di qualsiasi altro Arcano… Questa cosa è fondamentale, perché se il Tarot è un”alfabeto”, chiamiamolo così, che si esprime attraverso disegni e simboli, e ovvio che disegni e simboli devono essere conformi e coerenti a un modello originario, a noi sconosciuto, ma unico. Per esempio, la singola carta è costruita, nel senso letterale e “geometrico” del termine, sulla proposizione data dal Numero Aureo, non diversamente dalle grandi opere architettoniche del passato (p.e.le cattedrali). Detto questo, è onestamente impossibile, come molti hanno tentato, dare una risposta certa sul quando e come sono stati creati: “sapendo di non sapere”, l’approccio più onesto è a mio parere concentrarsi sul concetto di creazione collettiva, anche perché il simbolo nel Tarot è estremamente duttile e composito e sono presenti elementi di molteplici tradizioni sapienziali, religiose, esoteriche e mitologiche (cristianesimo, cabala, mitologia greca, egizia, tradizioni alchemica, addirittura elementi delle religoni orientali). Al di là delle più spericolate ipotesi, la “moderna” tarologia prende le mosse dal monumentale lavoro di ricostruzione e restauro del Tarot intrapreso dal celebre artista Alejandro Jodoroski e Philippe Camoin, discendente di una famiglia di cartai marsigliesi. Il modello di partenza è stato il mazzo dello stampatore Nicolas Conver del 1760: il mazzo Camoin/Jodoroski, che ne è scaturito, rappresenta, di fatto, a sua volta il modello per i tanti che, in tempi più o meno recenti, hanno dato le loro versioni del Tarocchi di Marsiglia: potranno cambiare l’intensità o le sfumature dei colori, o ancora piccoli dettagli grafici, ma il Tarot è uno ed è ben identificabile e identificato. Ogni autore moderno giurerà che il proprio mazzo è quello filologicamente più accurato e fedele all’ipotetico originale, ma sempre si tratta di versioni rivedute e corrette del buon vecchio Conver! Possiamo dire che, con una certa astuzia, i moderni “cartai” offrono versioni del mazzo con a volte infinitesimali differenze non solo per “amore di verità e ricerca” ma anche per giustificare la propria interpretazione del senso generale del Tarot o per dare maggior valore al proprio metodo di lettura e uso degli Arcani: io credo che da tutti si può prendere qualcosa di buono e utile, anche perché, checché se ne dica, un modello interpretativo definitivo non è ancora stato trovato e, credo, difficilmente lo sarà. A volte sembriamo dimenticarci che non siamo nel campo della scienza… ma su questo tornerò più avanti. Quale che sia l’approccio metodologico che si adotta, il punto di partenza migliore è senz’altro il diagramma 3×7, o triplice settenario o diagramma Camoin che dir si voglia
Lo studio di questa disposizione grafica, o “mandala” come alcuni lo definiscono, è la base di tutta la tarologia attuale.
Dopo un periodo di assenza e allontanamento dai Tarocchi, ho deciso di infondere nuova energia all’attività di questo blog per offrire, gratuitamente, a chi è interessato, un sintetico e semplice corso su quello che, negli anni di pratica e studio, ho appreso e capito dei Tarocchi. Non ho la pretesa di diffondere un insegnamento “nuovo”, strutturato e definito, sugli Arcani, per quello esistono già rinomate e famose scuole, ma piuttosto di condividere riflessioni e intuizioni, derivate anche e soprattutto dalla mia frequentazione delle suddette scuole, oltre che da letture e approfondimenti personali, che possano fare un po’ di chiarezza a chi è interessato a questo affascinante e sorprendente mondo.
I mazzi di Tarocchi non sono tutti uguali!
Chi acquista un mazzo di Tarocchi avrà tra le mani 78 carte, più precisamente 22 Arcani Maggiori, da Le Mat a Le Monde, che sono i tarocchi “per eccellenza”, quelli più famosi e caratterizzanti, e 56 Arcani Minori, abbastanza evidentemente riconducibili invece a comuni carte da gioco: 4 semi (Denari, Coppe, Bastoni e Spade) composti da 10 carte numerali dall’Asso al Dieci e quattro Carte di Corte o Onori (Paggio, Regina, Re e Cavaliere). Sempre il nostro amico acquirente, se non già precedentemente istruito, si troverà in imbarazzo a scegliere tra i tanti mazzi in commercio, dai più stravaganti (dei Gatti, dello Yoga, degli Angeli, del Kamasutra, dei Supereroi, e chissà cos’altro…) a quelli artistici, spesso frutto del lavoro di famosi pittori, a quelli con un più profondo significato esoterico e iniziatico. Se riflettiamo sul fatto che i Tarocchi si esprimono attraverso un linguaggio visivo simbolico, ossia attraverso la combinazione dei disegni (ogni particolare è importante e potenzialmente vettore di un messaggio), dei colori e persino dei numeri e nomi presenti su ciascuna carta, diventa evidente che un mazzo non è uguale all’altro perché gli elementi presenti in ciascuno possono essere anche molto differenti. Rendersi conto che l’aspetto grafico è la base di tutto è fondamentale, altrimenti paradossalmente potremmo prendere 22 pezzetti di carta, scriverci semplicemente sopra il numero dell’Arcano e in base al meccanico schema “arcano= una o più generiche parole chiave” fare le nostre letture. Ma questa cosa è svilente e totalmente fuorviante: perché relega l’uso dei tarocchi al solo ambito della cartomanzia/divinazione (vedremo che in realtà il “sistema” Tarocchi è uno strutturato insegnamento filosofico ed esoterico) e perché ridurre una carta e ipotetiche parole chiave o significati vuol dire considerare solamente un aspetto, e neanche il più importante, mi viene da dire, di queste misteriose e affascinanti icone. Il più antico mazzo conosciuto (ma anche il primo creato? Molto poco probabile!) è cosiddetto “Visconti-Sforza”, un prodotto di ambiente cortigiano italiano di metà Quattrocento: eleganti carte riccamente miniate con bei colori, rosso, oro ecc e già molti degli elementi caratterizzanti i futuri Tarocchi.
Visconti Sforza
Entriamo più nel merito del discorso con i mazzi creati da famosi studiosi ed esoteristi a partire dal Settecento in poi: da questo momento infatti gli Arcani, prima considerati poco più che un passatempo o un gioco, cominciano ad essere visti come veicoli di un sapere occulto e iniziatico più profondo, con infiniti agganci a forme di sapere tradizionali: religiosità egizia, cabala ebraica, astrologia, rosacroce, massoneria, mitologia, religiosità cristiana a e via dicendo. E’ vero certamente che gli Arcani rappresentano un insegnamento sincretico e trasversale, che porta in sé elementi di dottrine anche distanti nel tempo e nello spazio, però nessuna di queste dottrine li caratterizza in toto e li definisce: i Tarocchi sono i Tarocchi, e come tali vanno studiati! E così in particolare l’Otto e il Novecento vedono alcuni celebri studiosi dare la propria versione del mazzo, tra i quali vale senz’altro la pena di citare Oswald Wirth, autore di un fondamentale trattato sull’argomento, il celebre occultista Aleister Crowley, creatore di un tipo di Tarocco oscuro e a mio parere, piuttosto inquietante, e Arthur Waite, il cui mazzo è senz’altro tra i più celebri e diffusi.
WirthCrowley
Proprio quest’ultimo, con i suoi eleganti disegni in stile liberty, è un palese esempio di quanto profonda e anche fuorviante, per certi versi, possa essere la rielaborazione degli Arcani per mano di un esperto: i suoi Tarocchi sono infatti il prodotto del suo personale pensiero e dei suoi studi, con buona pace della tradizione. Scambia tra loro gli Arcani (Giustizia e Forza, più precisamente), cambia i nomi, modifica pesantemente i simboli delle carte, “esplicita” la simbologia tradizionale che altrove era occulta,
Il Mago Rider Waite
La Forza Rider Waite
La Giustizia Rider Waite
in particolare rendendo “parlanti” gli Arcani Minori, che da carte composte da semi e numeri, diventano delle scene e situazioni anche visivamente affascinanti, ma davvero troppo indirizzate nel senso che l’autore ha voluto dargli.
Esempi di Arcani Minori Rider Waite
continua….
(per info su letture e richieste di informazioni varie, scrivete a max.arcanonove@gmail.com
Leggere i Tarocchi significa appunto formulare, con l’ausilio delle immagini degli Arcani, delle parole chiave e dei simboli in essi contenuti, delle frasi di senso compiuto. Oggi:
“Gestire (La Force) un percorso (Le Mat) di studi (La Papesse)”
Per informazioni o richieste, contatta: max.arcanonove@gmail.com
Leggere i Tarocchi significa appunto formulare, con l’ausilio delle immagini degli Arcani, delle parole chiave e dei simboli in essi contenuti, delle frasi di senso compiuto.
La frase di oggi, tra le tante possibili in assenza di domanda:
“Essere sospeso/indeciso (Le Pendu) tra ragione (La Justice) ed intuizione/emozione (La Lune)”
Per informazioni o richieste, contatta: max.arcanonove@gmail.com
Il mazzo di Tarocchi di Marsiglia è composto da 78 carte, esattamente 22 Arcani Maggiori e 56 Minori: la tendenza degli studi più attuali è di considerarli un insieme unitario, in realtà questo non è affatto certo e il dubbio in fondo è collegato al fondamentale “mistero” su da chi e quando i Tarocchi siano stati davvero creati. La maggior parte delle persone probabilmente sarebbe in grado di dire qualcosa, anche di approssimativo, a proposito degli Arcani Maggiori (ad esempio, “carte che servono a prevedere il futuro”), non così per i Minori, sconosciuti ai più e oggetto misterioso e noto principalmente agli specialisti. Si tratta di 56 carte assai affini ai comuni mazzi da gioco che tutti conoscono, che è quindi meno agevole accostare a significati e usi esoterici. Quattro semi, denari, coppe, bastoni e spade, 10 carte numerali, dall’Asso al Dieci, e 4 “onori”, o carte di corte: fante, regina, re e cavaliere. Il quattro, come si vede, è un numero significativo e ricorrente, e ci fornisce infatti l’indizio principale sulla vera natura degli Arcani Minori: esso è collegato al quadrato e dunque al mondo terrestre, materiale, laddove i Maggiori sono organizzati e strutturati in base ai numeri “sacri” e “celesti” del tre e sette. Ecco perché, coerentemente all’impostazione dualistica che permea il Tarot, possiamo parlare di Arcani Maggiori come componente celeste, sovrumana e di Arcani Minori come componente terrestre e materiale del “sistema Tarocchi”. La tradizionale concezione del mondo fisco come composto da quattro elementi fondamentali, terra, acqua fuoco e aria si riflette nei semi dei Minori: i denari sono la terra, le coppe l’acqua, i bastoni il fuoco e le spade l’aria. In base al noto principio alchemico e iniziatico del “come in alto così in basso”, gli stessi quattro elementi che troviamo nel “macrocosmo” (il Creato) li ritroviamo nel “microcosmo”, ossia nell’essere umano: così i denari, la terra, corrispondono al corpo fisico, le coppe, l’acqua, a quello emozionale, i bastoni, il fuoco, al corpo energetico, le spade, l’aria, al corpo mentale. Molte altre corrispondenze sono state trovate per gli Arcani Minori: le caste nelle quali erano divise le società antiche, le parti del corpo umano, i punti cardinali ecc ecc. Tutti spunti interessanti, a volte un po’ ridondanti: ho l’impressione che gli esperti tendano all’accumulo di nozioni, per scopi anche (legittimamente, per carità) commerciali… Le applicazioni pratiche dei Minori in una lettura sono varie e non semplici, a dirla tutta. Personalmente non riuscirei mai, lo ammetto, a basare un consulto solamente su questi. Mi sembra più corretto e coerente allo spirito dei Tarocchi l’uso che se ne fa per integrare l’interpretazione dei Maggiori nel senso, appunto, della materialità. Mi spiego: una volta esaurita la stesa consueta, se riguardo a un particolare Arcano Maggiore il tarologo e il consultante avvertono l’esigenza di esaminarlo nelle implicazioni più “terrene” e quotidiane, allora si può estrarre un corrispondente Minore che fornirà sicuramente spunti di riflessione interessanti e utili.
Una cosa fondamentale da capire è che in realtà gli Arcani Minori come simboli sono presenti, in maniera più o meno evidente, nei Maggiori, e dunque, a prescindere dal loro uso diretto in una lettura, individuarli è una parte fondamentale di una corretta interpretazione del messaggio. Sto preparando un post nel quale parlerò degli elementi degli Arcani Minori presenti nel 22 Maggiori, a partire dai casi eclatanti di Batelaur e Le Monde. Per info e letture: max.arcanonove@gmail.com
Nel rinnovato spirito con il quale mi sono riavvicinato ai Tarocchi dopo alcuni mesi di assenza, c’è anche l’esigenza di provare nuovi approcci alla letture e un metodo leggermente diverso da quello usato prevalentemente nel passato… ma per fare questo ho bisogno di volontari! Voglio esercitarmi in un numero limitato di letture completamente gratuite ma serie e approfondite. Insomma, sto cercando dei consultanti con delle domande davvero sentite e motivate, magari interessati anche in generale ai Tarocchi e non solo alla pura e semplice “risposta”, che vogliano dedicare mezzora del loro tempo a un vero consulto a voce con me (se via telefono, skype, zoom o altro lo vedremo poi). Chiedo quindi solo a chi è realmente interessato e disposto a impegnare un po’ del suo tempo di contattarmi all’indirizzo e.mail max.arcanonove@gmail.com esponendomi sinteticamente l’argomento della domanda. Poi vi contatterò, sempre via mail, per concordare tempi e modi dell’appuntamento per la lettura.
Immagino che la maggior parte delle persone che si sono interessate in modo non superficiale ai Tarocchi abbia letto, anche solo in parte, “La via dei Tarocchi” di Alejandro Jodorowski e Marianne Costa. Si può dire di tutto, ma resta un testo fondamentale per quello che riguarda la storia, la teoria e una visione ampia e illuminata del mondo degli Arcani: io lo lessi per la prima volta anni fa e da allora è il testo sul quale ritorno più spesso, trovandoci sempre nuovi interessanti spunti di riflessione. Un esempio; tralasciando per una volta la sua proverbiale loquacità, Jodorowski, introducendo il tema della lettura delle carte, ha abilmente sintetizzato in una parola una singola azione da associare a ciascun Arcano Maggiore. E così ecco che Il Matto potrebbe “viaggiare”; Bateleur “mostrare”; Papessa “leggere”; l’Imperatrice “sedurre”; l’Imperatore “comandare”; Il Papa “insegnare”; l’Innamorato “scambiare”; Il Carro “conquistare”; Giustizia “riequilibrare”; L’Eremita “illuminare”; La Ruota di Fortuna “comprendere; La Forza “dominare”; L’Appeso “trattenere”; L’Arcano XIII “eliminare”; Temperanza “calmare”; Il Diavolo “tentare”; Casa Dio “festeggiare”; La Stella “dare”; La Luna “immaginare”; Il Sole “creare”; Il Giudizio “rivivere”; Il Mondo “trionfare”. Ovviamente si tratta solo di una delle tante parole chiave da associare alla singola carta, ma può essere un buon punto di partenza da tenere a mente durante un consulto. Per informazioni sulle letture, domande e curiosità sui Tarocchi, scrivete a max.arcanonove@gmail.com.