Ho notato che, al momento di provare per la prima volta una lettura secondo il “metodo tradizionle”, il consultante spesso resta un po’ interdetto. La lettura così fatta è infatti abbastanza differente dall’idea tradizionale che si ha di una seduta di Tarocchi: non ci sono carte a schema fisso gettate sul tavolo né fumose predizioni sul futuro, che rimandano a presunte facoltà “extra-ordinarie” del tarologo… La prima cosa da sottolineare infatti è che il Tarot è uno strumento, una macchina, e leggere i Tarocchi significa apprendere il metodo per farla funzionare e decifrarne i messaggi. Doti personali di empatia, intuito e sensibilità sono dunque le benvenute, ma in effetti chiunque, con l’opportuna applicazione e lo studio, può diventare un tarologo in grado di portare magari piccoli, ma importantissimi aiuti al prossimo. Anzitutto la domanda: più precisa essa sarà, maggiore di conseguenza la possibilità per il Tarot di una risposta chiara e comprensibile; la prima dote per un buon tarologo è quindi come aiutare chi gli sta di fronte a formulare al meglio il proprio dubbio. E’ ovviamente anche possibile fare tiraggi senza una domanda, ma ciò richiede una preparazione del tarologo già di livello avanzato, e comunque , pur su diversi piani di lettura, i Tarocchi metteranno l’accento solo su questioni molto precise e contingenti allo stato esistenziale del consultante (se la situazione sentimentale è ottima e senza blocchi, per esempio, con certezza gli Arcani non parleranno di questo…). All’inizio di un consulto faccio sempre una premessa al mio interlocutore: “non ti stupire, ma farò io molte più domande a te di quante tu ne farai a me…”. Questo è un punto fondamentale: ogni carta porta con sé innumerevoli significati, le cosiddette parole chiave, che combinate con le leggi di lettura, rapprentano il modo con il quale il Tarot si esprime. Capire quali di queste parola chiave è quella più pertinente alla situazione che si sta affrontando è dunque lo scopo delle domande, del “dialogo”, come dico nel titolo del post, che è necessario instaurare tra consultante e tarologo per un tiraggio il più possibile accurato. E, tra parentesi, è anche il motivo per il quale non rispondo a domande scritte, ma eseguo solo letture “in diretta” (al telefono, skype, in chat…). Diffidate dunque di consulti “a senso unico”, dove il tarologo con apparente sicurezza fa calare dall’alto parole come fossero sentenze inappellabili: se egli invece domanda, chiede, investiga, non è per scarsa sicurezza o inesperienza, ma perché sta afrontando nella maniera corretta, e con la dovuta dose di umiltà (altra dote fondamentale!) il tiraggio.
Per chi volesse provare una lettura, la prima assolutamente gratuita e senza altri successivi impegni, ricordo i miei contatti;
e.mail: max.arcanonove@gmail.com
skype: max_VIIII